Sedute vicine su un divano dalla fantasia floreale, due giovani donne sembrano quasi essere ciascuna il riflesso speculare dell’altra.
Entrambe indossano un abito bianco costellato da decorazioni azzurre, sul loro collo dei nastrini neri e i capelli raccolti in acconciature molto simili.
A catturare la nostra attenzione sono però due oggetti che differenziano le protagoniste di questa celebre tela di Berthe Morisot dal titolo ““Le sorelle (due sorelle su un divano)”, oggi nella collezione della National Gallery of Art di Washington.
La giovane sulla sinistra, dallo sguardo pensoso e sognante, indossa sulla mano, morbidamente appoggiata sull’abito, un anello. La sorella, come ci suggerisce il titolo, mostra invece un sguardo più malinconico e nella sua mano tiene un ventaglio.
L’anno di realizzazione di questo dipinto è il 1869 e i molti indizi ci indicano che le due donne rappresentate sono proprio Berthe Morisot e sua sorella Edma. L’anno non è casuale, così come gli oggetti nelle mani delle Morisot. L’anello al dito di Edma indica il suo matrimonio appena avvenuto, il ventaglio di Berthe, tipico oggetto di posa dell’epoca, simboleggia il mondo della pittura. Alle spalle delle due, sopra il divano è infatti incorniciato un ventaglio dipinto che richiama quello nella mano dell’artista.
Un’opera dai toni pastello e dall’atmosfera intima con la quale Berthe Morisot immortala per l’ultima volta se stessa accanto alla sua prima compagna di vita e d’arte.
Un anno prima di questo dipinto e del matrimonio, Edouard Manet che ha appena incontrato Berthe ed Edma al Louvre, durante una seduta da copiste delle giovani, confessa all’amico Fantin-Latour: “Le due sorelle Morisot sono affascinanti”, non sapendo che di lì a poco diventerà lui stesso la persona più vicina a Berthe nel mondo dell’arte.
La formazione di Berthe ed Edma era iniziata circa dieci anni prima, quando insieme alla loro sorella maggiore Yves, nel 1857 la madre le iscrive a un corso di pittura presso l’artista Geoffroy-Alphonse Chocarne. Yves ben presto abbandona l’arte figurativa mentre Berthe ed Edma continuano a studiare presso l’allievo di Ingres, Joseph Guichard, che pur riconoscendo il talento delle giovani scrive a Madame Morisot: «Con delle nature come quelle delle vostre figlie, non piccoli talenti per diletto, attraverso il mio insegnamento, esse diventeranno delle pittrici. Vi rendete conto di quello che vuol dire? […] questa sarà una rivoluzione, io direi quasi una catastrofe. Siete del tutto sicura di non maledire mai il giorno in cui l’arte […] sarà la sola padrona del destino di due delle vostre figlie?».
È proprio con Guichard che le due iniziano nel 1858 l’attività di copiste al Louvre, luogo in cui avverrà l’incontro con Manet.
Stanche delle lezioni di Guichard e attratte dallo studio dal vero, passano sotto la guida di Camille Corot e nel 1864 sono ammesse per la prima volta al Salon, manifestazione alla quale parteciperanno ogni anno fino al 1868.
Il padre delle ragazze è attento alla loro vocazione artistica e nel 1865 gli fa costruire un atelier nel giardino della loro casa in rue Franklin 16.
Arriviamo dunque al 1869 quando la loro quotidianità fatta soprattutto di pittura viene interrotta, Edma decide di sposarsi e lasciare la casa dei genitori.
Insieme alla famiglia e a Berthe, Edma rinuncia anche alla sua attività di pittrice.
«Non ti ho mai scritto una volta nella mia vita, mia cara Berthe, non è dunque sconvolgente che abbia una grande tristezza nel momento di separarci per la prima volta […] Sono spesso con te… col pensiero; ti seguo nell’atelier e vorrei fuggire anche solo per un quarto d’ora per respirare l’atmosfera che abbiamo vissuto per anni».
I primi mesi della separazione non sono facili per entrambe, Edma deve adattarsi alla sua nuova vita coniugale senza l’arte e Berthe a dipingere in completa solitudine.
«Non piangere per la pittura, non credo che valga la pena di un rimpianto», scrive a Edma appena rientrata a Lorient dal marito, dopo un soggiorno parigino.
Dopo questi primi periodi di smarrimento e nostalgia tra le due sorelle si instaura un nuovo tipo di equilibrio, anche artistico, e Edma diviene una delle modelle predilette da Berthe.
Tra le molte importanti opere che Berthe dedica alla sorella ricordiamo: “Giovane donna alla finestra” del 1869, “Ritratto di E.Pontillon” e “La Culla”, rispettivamente del 1871 e del 1872.
Degli anni di attività pittorica di Edma rimangono pochissime testimonianze. Tra queste spicca sicuramente il ritratto di Berthe datato 1865.
L’opera, oggi in collezione privata, vede l’impressionista con pennello e tavolozza in mano davanti ad una tela, lo sguardo severo e concentrato, completamente assorto nella pittura.
La giovane donna che pochi anni dopo questo dipinto diverrà modella di Manet lo è già stata per sua sorella che riesce per prima a vederla come un artista, forse prima ancora di quanto non farà lei stessa, che riuscirà ad autoritrarsi nella veste di pittrice solo venti anni dopo.