Berthe Morisot nasce a Bourges il 14 gennaio del 1841, terza figlia di Marie-Joséphine Cornélie Thomas (1819-1876) e di Edme Tiburce Morisot (1806-1874); ha due sorelle maggiori: Yves (1838-1893) e Edma (1839-1921) e un fratello minore, Tiburce (1848-1930).
Tra i fondatori dell’impressionismo, partecipa a sette delle otto mostre del movimento.
La sua formazione artistica inizia in giovane età.
Nel 1857 Madame Morisot iscrive le tre figlie a un corso di pittura presso l’artista Geoffroy-Alphonse Chocarne. La sorella maggiore Yves ben presto abbandona l’arte figurativa mentre Berthe ed Edma proseguono la loro formazione presso Joseph Guichard, allievo di Ingres, che riconoscendo il talento delle giovani, scriverà alla madre: «Con delle nature come quelle delle vostre figlie, non piccoli talenti per diletto, attraverso il mio insegnamento, esse diventeranno delle pittrici. Vi rendete conto di quello che vuol dire? […] questa sarà una rivoluzione, io direi quasi una catastrofe. Siete del tutto sicura di non maledire mai il giorno in cui l’arte […] sarà la sola padrona del destino di due delle vostre figlie?».
È proprio con Guichard che Berthe ed Edma iniziano nel 1858 un’attività allora fondamentale per l’istruzione di un’artista, quella di copiste al Louvre, dove durante una delle loro sedute faranno la conoscenza di Félix Bracquemond e Henri Fantin-Latour che anni dopo presenterà loro il già celebre Edouard Manet.
Il talento delle Morisot non tarda ad emergere e le lezioni di Guichard non le soddisfano più, ecco allora che subentra un nuovo insegnante, più al passo con i tempi e in grado di soddisfare il loro desiderio dello studio dal vero, il realista Camille Corot.
Nel 1863, Corot sarà sostituito dal paesaggista Achille Oudinot e l’anno successivo le Morisot saranno ammesse per la prima volta al Salon che accoglierà le loro opere fino al 1868, anno segnato dall’incontro con Manet.
Nel 1869 accadono due eventi che si riveleranno cruciali per la vita di Berthe Morisot: sua sorella Edma si sposa e abbandona la pittura, Edouard Manet le chiede di posare per la sua opera “Il Balcone”. Quando il dipinto viene presentato al Salon dello stesso anno solleva numerose critiche, ma l’intensità dello sguardo di Berthe non passa inosservata. Lei stessa scrive alla sorella ormai lontana: «Sono più strana che brutta; sembra che l’epiteto di femme fatale sia circolato tra i curiosi…».
È il primo dei dodici ritratti dedicati a lei dal Manet che si interromperanno nel 1874 quando Berthe sposerà il fratello di lui, Eugène.
«I grandi occhi verdi di lei, sono diventati neri ed emanano una energia inquietante e magnetica… le pupille svaniscono davanti alla retina», afferma Paul Valéry ammirando “Berthe Morisot con un mazzo di violette” oggi nella collezione del Musée d’Orsay.
Forse non sapremo mai con certezza quale sia stata la natura profonda del legame tra i due artisti, quel che è certo è che la giovane Morisot sentirà la necessità di interromperlo sposando Eugène.
Il 10 luglio del 1872, il mercante d’arte Paul Durand-Ruel (1831-1922) compra un dipinto e tre acquerelli da Berthe e realizza il desiderio tante volte espresso dall’artista di far entrare le proprie opere nel mercato dell’arte.
Nel 1873 espone per l’ultima volta al Salon e in questo periodo, a causa della lontananza di entrambe le sorelle e dei nipoti, è costretta a servirsi di modelle professioniste.
L’inizio del 1874 è oscurato dalla scomparsa del padre che sopraggiunge il 24 gennaio per una malattia al cuore, della quale soffriva ormai da diversi anni.
Nella primavera successiva, Berthe è molto occupata dall’organizzazione insieme a Monet, Pissarro, Sisley, Renoir, Degas, Cézanne e Guillaumin, della prima esposizione degli impressionisti, che ha luogo dal 15 aprile al 15 maggio presso lo studio del fotografo Nadar in boulevard des Capucines 35. Per invitare Berthe a parteipare alla mostra Degas scrive alla madre: «Noi troviamo che il nome e il talento di Mlle Morisot fanno troppo al caso nostro per potere farne a meno». L’artista che ha ormai rinunciato a partecipare al Salon ufficiale e che espone presso Nadar quattro oli, un pastello e tre acquerelli, è l’unica donna a prendere parte a questa prima esposizione e sarà organizzatrice e finanziatrice di molte delle successive.
Se la sua carriera inizia a definirsi in maniera sempre più chiara, più difficile è la vita privata.
È consapevole del fatto che superati i trenta anni d’età i benefici dell’essere single sono sempre meno degli svantaggi, ma sa anche che la scelta di essere una pittrice professionista difficilmente può convivere con il ruolo di moglie e madre.
La sua certezza di rimanere sola inizia a farsi sempre più debole quando si stringono i rapporti con il fratello di Manet, Eugène.
Le famiglie Morisot e Manet passano insieme a Fécamp l’estate del 1874. È durante una sessione di lavoro su delle barche in costruzione che Eugène, anche lui pittore, abbandona le riserve che aveva mantenuto fino ad allora, e fa conoscere più chiaramente a Berthe i sentimenti che prova per lei; i due annunciano poco dopo il loro fidanzamento ai parenti.
Non si hanno notizie certe su come Édouard accolga il matrimonio, l’unica certezza è che da questo giorno in poi Berthe Morisot non poserà più per lui.
Nella primavera del 1875, i neosposi soggiornano e Gennevilliers e da qui si spostano in Inghilterra per il loro viaggio di nozze.
Esattamente un anno dopo si inaugura la seconda esposizione degli impressionisti presso la Galleria Durand-Ruel in rue Le Peletier 11.
«Hanno appena aperto presso Durand-Ruel un’esposizione che dicono essere di pittura. Il passante inoffensivo, attirato dalle bandiere che decorano la facciata, entra e ai suoi occhi spaventati si offre uno spettacolo crudele. Cinque o sei alienati, tra cui una donna». E ancora: «C’è anche una donna nel gruppo, come in tutte le bande famose; si chiama Berthe Morisot ed è curiosa da osservare. In lei, la grazia femminile si mantiene in mezzo agli straripamenti di uno spirito in delirio».
Questo commento feroce per mano di Albert Wolf su “Le Figaro” del 5 aprile non è l’unica critica che ricevono gli impressionisti non accettati nella dimensione ufficiale dell’arte contemporanea.
Gli attacchi ricevuti non bastano comunque a fermare il gruppo di pittori “Indépendants”, come si facevano chiamare, e nella primavera del 1877 ecco la terza esposizione.
Il 14 novembre 1878, nasce a Parigi Eugénie Julie Manet, la prima e unica figlia di Berthe Morisot ed Eugéne Manet, che l’artista descrive con queste parole ad Edma: «Mia figlia è una Manet fino alla punta delle unghie; è già come i suoi zii, nulla di me». Se quella del 1879 è l’unica esposizione impressionista a cui Berthe non partecipa, perché ancora debole per il parto, nel 1880 non manca alla quinta mostra del gruppo e tra le opere che espone c’è anche Giovane donna vicino a una finestra o Estate in pendant con Donna con il manicotto o Inverno. In questi anni, la famiglia e le persone che fanno parte della sua quotidianità tornano a essere i principali protagonisti delle sue produzioni.
Il 1883 è l’anno della morte di Édoaurd Manet, «non dimenticherò mai gli antichi giorni di amicizia e di intimità con lui, quando posavo per lui e il suo spirito così affascinante mi teneva sveglia durante quelle lunghe ore», scrive Berthe.
Uno dei fili che la legavano alla sua giovinezza, ai suoi esordi nel mondo dell’arte è scomparso. Berthe perde un amico e maestro. I tempi delle incertezze e delle debolezze sono apparentemente svaniti, Berthe Morisot ora è una pittrice affermata e lo ribadisce con il bellissimo Autoritratto del 1885, conservato al Musée Marmottan Monet di Parigi. Il 13 aprile 1893 Berthe perde anche suo marito Eugène Ora che Eugène è scomparso, Berthe e Julie sono rimaste sole e il loro legame continua a stringersi. Madre e figlia lasciano la casa di rue de Villejust e si trasferiscono in un appartamento in rue Weber 10. Berthe Morisot continua a esporre e a ospitare il giovedì sera i suoi amici più stretti, come Renoir, che nel 1894 ritrae le due donne in un bellissimo dipinto oggi in collezione privata Ritratto di Berthe Morisot e di sua figlia Julie Manet. Berthe è di profilo, i capelli bianchi, le braccia conserte e l’aria affaticata. Julie accanto a lei, ora è una giovane donna, le guance rosse e gli occhi sognanti.
Questa è una delle ultime immagini delle due donne Morisot Manet insieme, prima della scomparsa di Berthe che avverrà pochi mesi dopo, nel 1895.
Come sottolineato da Jean-Dominique Rey nel catalogo della mostra del 2002, difficilmente si troverà una definizione migliore per l’opera di Berthe Morisot della frase del poeta Hugo von Hofmannsthal: «La profondità, bisogna nasconderla. Dove? Sulla superficie».
Anche se tutto nelle sue opere sembra infatti immediato e leggero, dietro all’apparente facilità c’è un’arte che si innova, si inventa e si mette continuamente in discussione.